
Un “tuffo” nella Cassino medievale con i Corvi di Giano

Il professor Luigi Velardo durante una rievocazione storica
Passione per la storia, rievocazione. E living history. Sono queste le ragioni che hanno motivato nel 2015 a Cassino la nascita dell’associazione “I Corvi Di Giano”. Concetti simili ma non identici: «La rievocazione sta nel riprodurre il più fedelmente possibile un periodo storico attraverso lo studio di fonti scritte e iconografiche. Il living history, invece, è il passo successivo, in cui si sperimenta e si vive costantemente un determinata epoca» spiega Luigi Velardo, uno dei fondatori dell’associazione nonché docente presso l’Istituto tecnico industriale Ettore Majorana della città martire.
«Perché “Corvi Di Giano”? – riprende Velardo – Chi è appassionato di queste realtà cerca sempre una parola evocativa. Corvi perché sono degli animali sociali che vivono e cacciano in branco. Inoltre, il corvo è un animale legato alla nostra terra, che condusse San Benedetto da Subiaco a Montecassino e al quale lo stesso Santo affidò il pane avvelenato per portarlo lontano, affinché non potesse nuocere nessuno. Giano, invece, perché fa riferimento al sito della Rocca Janula, dove un tempo era venerata questa divinità, il Dio della guerra».
Per svolgere le attività i Corvi hanno appunto adottato la Rocca Janula, fortezza medievale, dichiarata dimora storica, che insieme all’Abbazia fa da sfondo alla città di Cassino: «Siamo un gruppo di rievocazione storica che si dedica principalmente ad attività belliche. La fortezza è come un cantiere sempre in movimento, nel momento in cui il visitatore entra, trova sempre qualcosa di diverso».
Durante gli eventi vengono così realizzate simulazioni di battaglie, addestramenti in ordine chiuso e aperto oltre a scene di vita quotidiana medievale. L’associazione dispone, inoltre, di macchine d’assedio funzionanti tra cui un trabocco e una balista di Vitruvio. Il tutto è naturalmente accompagnato da abiti medievali e la sensazione è quella di trovarsi nella Cassino del XIII secolo. «L’addestramento, i combattimenti, l’arrivo dei pellegrini, sono dei micro eventi rievocati con lo scopo di creare una continuità. Cerchiamo di rendere evento la quotidianità» spiega il professore.