
Cassino: prosegue a tutto spiano il rilancio della Rocca Janula.
Il consenso di pubblico seguito alla rievocazione di un matrimonio medievale ha fatto si che i riflettori dello storico monumento si riaccendano di nuovo: domani e domenica tocca alla rappresentazione di una storica battaglia.
Ridotta per settant’anni a poco più di un rudere, destinato ad un lento ed inesorabile oblio da parte dei secoli e degli uomini: poi la rinascita, il rilancio e, gradualmente, un sempre maggiore ruolo nella valorizzazione della storia e della cultura cassinate. Parliamo di Rocca Janula, la fortezza-simbolo non solamente di un passato storico glorioso ed unico nel suo genere, ma anche testimone e superstite della furia bellica, che la semidistrusse ma la lasciò ai posteri a simbolo della barbarie subita dalla città martire nel corso del secondo conflitto mondiale. Questa Rocca, oggi recuperata dopo un approfondito e meticoloso intervento di restauro, si impone nuovamente all’attenzione regionale: dopo una recente manifestazione nel corso della quale, al suo interno, si è proceduto a rappresentare i rituali di un matrimonio medievale, oggi la Fortezza andrà ad essere quinta per la rievocazione di un’antica battaglia, grazie all’impegno dell’Associazione “I corvi di Giano”, della Compagnia del Feudo e della Compagnia del Sambuco, che cureranno fin nei minimi particolari l’intera rappresentazione, compiendo il prodigio di riportare nuovamente la Rocca al XIII secolo. L’iniziativa, che prenderà il nome di “Anno Domini 1229, Stupor Mundi alla Rocca Janula” e si terrà domani, sabato 30 aprile e domenica Primo maggio racconterà per quadri viventi un conflitto risalente al 1229.
Una vicenda complessa. Dopo la mancata partecipazione alla quinta crociata, a causa di una pestilenza che contagiò lo stesso Federico II, l’Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia venne scomunicato. La Dieta di San Germano, convocata nel luglio 1225, sancì l’impegno di Federico II, nei confronti di papa Onorio III, a promuovere e guidare una crociata in Terrasanta entro l’agosto del 1227, ma tale scadenza non venne rispettata se non nel 1228, incorrendo dunque in un’ulteriore scomunica. L’imperatore, facedo buon uso della diplomazia, prese Gerusalemme senza spargimento di sangue. Il 18 marzo Federico II fu incoronato re della chiesa del Santo Sepolcro, ma il Papa decise di lanciare una Crociata proprio contro Federico. Solo i comuni lombardi, come Milano, Brescia, Crema e Lecco, acerrimi nemici del casato degli Hohenstaufen, cui apparteneva il sovrano, risposero all’appello unendosi alle truppe papali. Una volta tornato dalla crociata Federico II iniziò ad organizzare a Barletta quanti gli erano rimasti fedeli: ad essi si unirono parte delle truppe di ritorno dalla crociata e moltissimi Cavalieri Teutonici. Giunti a San Germano iniziò lo scontro finale, che appunto vide vide impegnati in un duello finale, nel territorio di Terra di Lavoro, le truppe imperiali contro quelle papali, o clavisegnati. Tale battaglia portò, nel 1230, alla firma del trattato di San Germano. Tutti questi momenti saranno vissuti nel week end, attraverso tale appuntamento, nel corso del quale all’interno della Rocca tornerà quell’atmosfera unica e tipica di una fase storica irripetibile, amplificata da un opportuno allestimento scenico e dalla presenza di di figuranti, soldati e villici, con abiti dell’epoca.